"L'Aral è un lago salato, il quarto specchio d'acqua più grande del pianeta. E' situato presso il confine tra Kazakistan e Uzbekistan. I suoi immissari sono il Syrdarja a nord e l'Amudarja a sud. Ha un'estensione di 60.000 km2. Per gli abitanti dei piccoli centri situati nelle immediate vicinanze è una delle maggiori fonti di sostentamento e guadagno: il "grande mare" offre infatti lavoro a numerose persone. I pescherecci tornano ogni giorno alle banchine con abbondanti quantita di pescato: i centri di lavorazione del pesce funzionano a tempo pieno."
Una sessantina d'anni fa era del tutto normale trovare una simile descrizione su un libro di geografia o un'enciclopedia. Anche gli abitanti di Moynaq, un tempo fiorente centro portuale, vi avrebbero raccontato più o meno le stesse cose, magari in tono più colloquiale e informale. La situazione oggi è completamente differente: ma vediamo di partire dal principio.
A metà degli anni '50 del secolo scorso l'URSS decise di aumentare la produzione di cotone e di trasformare le regioni intorno al lago in una gigantesca area monocolturale. L'Amudarja e il Sirdarja furono utilizzati come risorsa principale: mediante sbarramenti e deviazioni opportune l'acqua dei fiumi raggiunse il deserto del Turkmenistan e le nuove aree adibite alla coltivazione. In un primo momento la produzione di cotone aumentò notevolmente... ma in seguito il settore subì un calo improvviso. La rapida salinizzazione del terreno, che si ricoprì di uno strato duro di sale e agenti chimici, fu una delle cause principali del tracollo: inoltre una grande quantità d'acqua (più del 50%) andava perduta lungo il tragitto fiumi-campi ( la canalizzazione a cielo aperto esponeva i fluidi ad elevate temperature, l'evaporazione era pressochè inevitabile).

Ciò richiese un ulteriore sfruttamento dei principali immissari dell'Aral che nel ventennio 1960-1980 accusò i primi colpi dello sconsiderato piano sovietico.I centri situati sulle rive del "mare" videro quest'ultimo ritirarsi inesorabilmente: i pescherecci e le fabbriche rimasero a secco. L'area fu colpita da un graduale e irreversibile processo di desertificazione. Contemporaneamente tempeste di sabbia imperversarono sempre più spesso sulla regione: lo strato bianco di sale e agenti chimici che riemerse dal fondo del lago si sbriciolò e si disperse nell'aria. La mortale miscela raggiunse silenziosamente gli inconsapevoli abitanti della zona. Il disastro ecologico era cominciato...
Prossimo intervento: "Le conseguenze"
Una sessantina d'anni fa era del tutto normale trovare una simile descrizione su un libro di geografia o un'enciclopedia. Anche gli abitanti di Moynaq, un tempo fiorente centro portuale, vi avrebbero raccontato più o meno le stesse cose, magari in tono più colloquiale e informale. La situazione oggi è completamente differente: ma vediamo di partire dal principio.
A metà degli anni '50 del secolo scorso l'URSS decise di aumentare la produzione di cotone e di trasformare le regioni intorno al lago in una gigantesca area monocolturale. L'Amudarja e il Sirdarja furono utilizzati come risorsa principale: mediante sbarramenti e deviazioni opportune l'acqua dei fiumi raggiunse il deserto del Turkmenistan e le nuove aree adibite alla coltivazione. In un primo momento la produzione di cotone aumentò notevolmente... ma in seguito il settore subì un calo improvviso. La rapida salinizzazione del terreno, che si ricoprì di uno strato duro di sale e agenti chimici, fu una delle cause principali del tracollo: inoltre una grande quantità d'acqua (più del 50%) andava perduta lungo il tragitto fiumi-campi ( la canalizzazione a cielo aperto esponeva i fluidi ad elevate temperature, l'evaporazione era pressochè inevitabile).

Ciò richiese un ulteriore sfruttamento dei principali immissari dell'Aral che nel ventennio 1960-1980 accusò i primi colpi dello sconsiderato piano sovietico.I centri situati sulle rive del "mare" videro quest'ultimo ritirarsi inesorabilmente: i pescherecci e le fabbriche rimasero a secco. L'area fu colpita da un graduale e irreversibile processo di desertificazione. Contemporaneamente tempeste di sabbia imperversarono sempre più spesso sulla regione: lo strato bianco di sale e agenti chimici che riemerse dal fondo del lago si sbriciolò e si disperse nell'aria. La mortale miscela raggiunse silenziosamente gli inconsapevoli abitanti della zona. Il disastro ecologico era cominciato...
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